martedì 13 dicembre 2011

la casta degli agricoltori

lobby agricola, terra, giovani agricoltoriFino ad ora si è parlato della casta degli avvocati, dei notai, dei farmacisti ecc. ma in Italia esiste una casta altrettanto forte e potente quella degli agricoltori.
Un giovane che vuole dedicarsi al mondo agricolo si trova di fronte un muro quasi insormontabile trovare il terreno.  
Di terrà agricola c’è né sempre meno e soprattutto quella presente e saldamente nelle mani degli attuali agricoltori che non la vendono per un semplice motivo: tutti gli aiuti di Stato, Regione , Unione Europea si basano sulla quantità di terra che si possiede più ettari si possiede più incentivi si prendono.
In questo modo si continua a finanziare chi ha già una attività e non di certo chi inizia .
In questi  giorni il Ministero delle politiche agricole ha prospettato l’ipotesi di promuovere l’iniziativa di affidare, in gestione pluriennale, a giovani agricoltori le terre demaniali coltivabili. 
L’organizzazione nazionale al servizio delle imprese agricole espressione di Uniagronomi, Confcooperative e imprenditori agromeccanici, UNICAA, non poteva che accogliere con positività quest’iniziativa. “Per ora il progetto non è ancora operativo – spiega il presidente di UNICAA, Giambattista Merigo – in quanto il ministero è ancora nella fase della ricognizione preventiva delle terre demaniali coltivabili. Tuttavia, registriamo con soddisfazione questo primo passo che denota attenzione verso una categoria, quella deigiovani agricoltori, degna della massima tutela in vista di un futuro competitivo per l’agricoltura del nostro Paese”.
 Secondo UNICAA le terre demaniali utilizzabili a questo scopo sono stimabili complessivamente in circa unmilione di ettari, oltre ad un quantitativo altrettanto ingente di boschi demaniali e terreni marginali comunque utilizzabili per produzioni minori e forme di agricoltura multifunzionale.
Oggigiorno i giovani titolari di un’impresa agricola sono sempre meno. Secondo i dati dell’Osservatorio Economico di UNICAA, l’Italia è al terz’ultimo posto in Europa per numero di giovani agricoltori: stanno peggio solo Portogallo e Grecia.“Il settore sta invecchiando e le difficoltà collegate all’investimento iniziale scoraggiano l’ingresso delle nuove leve”, spiega Merigo.
I titolari di impresa agricola con meno di 35 anni in Italia sono poco più del 3% del totale, percentuale più bassa che nella maggior parte degli altri settori dell’economia. Tra le principali cause di questo processo di senilizzazione in atto da tempo nel settore primario è da ricordare l’esistenza di barriere troppo alte all’ingresso di nuove leve in agricoltura.
Il costo dei terreni è spesso proibitivo, come le licenze per iniziare l’attività e i mercati dall’andamento spesso incerto. Tutto ciò spesso scoraggia chi vorrebbe avviare un’attività agricola.
L’auspicio è che la recente iniziativa ministeriale possa essere inserita in un pacchetto di misure ad hoc studiate per stimolare l’insediamento giovanile e, con esso, la competitività stessa dell’intero settore agricolo. Oltre ai terreni del demanio, UNICAA ricorda infine l’esistenza di diversi enti pubblici e fondazioni che detengono quantitativi ingenti di terreno ad uso agricolo. Occorrerebbe studiare – conclude Merigo – una legislazione incentivante che faccia sì che questi terreni, poco valorizzati, siano messi prioritariamente a disposizione di giovani agricoltori o aspiranti tali a condizioni più agevolate. L’intervento di giovani motivati e dotati di progetti di sviluppo a lungo termine costituirebbe la miglior garanzia di un uso corretto e sostenibile di queste proprietà.


Fonte