lunedì 15 novembre 2010

Agricoltura a basso impatto ambientale

L'agricoltura biologica o eco-compatibile costituisce un vasto campo di analisi e ricerca per tutte le istituzioni e gli organismi che si occupano di agricoltura e ambiente. Si pone, infatti, come un modello alternativo in grado di salvaguardare il territorio e la salute dell'uomo, non come un anacronistico ritorno al passato e ai metodi di coltura tradizionali. Nata quasi in sordina come forma di sperimentazione elitaria, avulsa dal contesto attuale, l'agricoltura biologica ha saputo conquistarsi un'ampia fetta di mercato tanto che oggi si parla di "ecobusiness": la FAO registra un 2% di consumo annuo di prodotti biologici e un costante aumento di superficie coltivata ecocompatibile. Nel 1991 la CEE ha emanato il Regolamento 2092/91 in cui si definiscono i parametri per gli eco-agricoltori e norme a tutela dei consumatori. Da quel momento l'Unione Euroopea ha costantemente stanziato fondi per finanziare pratiche agricole alternative in grado di ridurre il degrado ambientale.


L'agricoltura biologica è un'agricoltura fortemente connessa al territorio: il prodotto deve rispecchiare fino in fondo le caratteristiche e la cultura alla base della sua lavorazione. E' una filosofia che tutela i paesaggi agrari storici e le varietà colturali locali, ponendo un freno all'omologazione delle aree agricole e all'erosione genetica. A differenza di quanto avviene nei sistemi intensivi, infatti, si pratica la policoltura, si realizza una proficua integrazione tra settore agricolo e zootecnico, si mantengono molte fasce poco produttive (macchie di bosco, zone umide, etc..) per non alterare gli equilibri biologici del territorio interessato.


La fertilizzazione avviene attraverso l'utilizzo di effluenti zootecnici per evitare il pericoloso connubio tra chimica e agricoltura alla base dei sistemi intensivi e per ridurre notevolmente l'impatto ambientale. Attraverso tecniche innovative e una politica di incentivi è necessario incrementare questa pratica agricola e considerarla un modello ancora in fase di sperimentazione su cui investire per raggiungere risultati analoghi a quelli dell' agricoltura industrializzata (alta produttività) percorrendo un cammino diverso.

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